Dal leggendario “Storm Area 51” del 2019 ai meme più esilaranti: viaggio tra le bufale e le leggende che hanno conquistato Internet
Hai presente quella base militare nel deserto del Nevada di cui tutti parlano ma che nessuno ha mai visto davvero? Sì, sto parlando proprio dell’Area 51, quel luogo misterioso che ha alimentato l’immaginazione collettiva per decenni e che, grazie a Internet, è diventato un vero e proprio fenomeno culturale. Se pensi che le teorie del complotto siano roba vecchia, ti sbagli di grosso: nell’era dei social media, queste storie hanno preso vita propria, trasformandosi in meme, eventi virali e leggende urbane che hanno coinvolto milioni di persone in tutto il mondo.
Quando Internet ha deciso di “assaltare” una base militare
Partiamo dal momento che ha segnato la storia recente dell’Area 51: il 27 giugno 2019, quando un ragazzo californiano di nome Matty Roberts ha creato un evento su Facebook intitolato “Storm Area 51, They Can’t Stop All of Us” (Assaltiamo l’Area 51, non possono fermarci tutti). L’idea? Radunare migliaia di persone per fare irruzione nella base militare con una corsa in stile Naruto, braccia tese all’indietro, per “liberare gli alieni”.

Quello che era iniziato come uno scherzo goliardico è esploso in pochissimo tempo. In pochi giorni, oltre 2 milioni di persone hanno confermato la loro partecipazione all’evento, mentre altri 1,5 milioni si sono dichiarati “interessati”. Ti rendi conto? Quasi 4 milioni di persone che, almeno virtualmente, erano pronte ad assaltare una delle basi militari più segrete al mondo.
La cosa più divertente? La strategia proposta da Roberts era completamente surreale: “Se corriamo tutti insieme in stile Naruto, possiamo muoverci più velocemente dei loro proiettili”. Ovviamente era uno scherzo, ma il governo americano non l’ha presa così alla leggera. L’aeronautica militare ha dovuto rilasciare una dichiarazione ufficiale, avvertendo che avrebbero difeso la base con ogni mezzo necessario. Anche il portavoce dell’Air Force ha sottolineato che l’Area 51 è un campo di addestramento militare e che chiunque tentasse di entrare illegalmente sarebbe stato arrestato.
Alla fine, il 20 settembre 2019, circa 3.000 persone si sono effettivamente presentate nei pressi della base, nelle cittadine di Rachel e Hiko. Nessuno ha davvero tentato l’assalto (per fortuna), ma l’evento si è trasformato in una sorta di festival improvvisato chiamato “Alienstock”, con musica, campeggiatori e tantissimi turisti curiosi venuti a vedere cosa sarebbe successo. La comunità locale ha dovuto preparare servizi di emergenza extra, temendo il peggio. È stata probabilmente la prima volta nella storia che una base militare segreta ha dovuto preoccuparsi di un meme di Internet.
Gli alieni grigi e il complotto cosmico
Ma perché proprio l’Area 51 è diventata sinonimo di alieni e UFO? La storia risale agli anni ’50 e ’60, quando la base è stata effettivamente utilizzata per testare aerei sperimentali top-secret come l’U-2 e l’SR-71 Blackbird. Questi velivoli avevano forme insolite e volavano ad altitudini mai raggiunte prima, motivo per cui molti avvistamenti UFO dell’epoca erano probabilmente proprio questi prototipi.

Tuttavia, sul web hanno preso piede teorie molto più fantasiose. Una delle più popolari sostiene che nel 1947, dopo il presunto schianto di un UFO a Roswell, New Mexico, i resti dell’astronave aliena e addirittura dei corpi extraterrestri siano stati trasportati nell’Area 51 per essere studiati. Secondo questa narrativa, il governo avrebbe condotto per decenni esperimenti su tecnologia aliena, tentando di replicarla per scopi militari.
Un’altra teoria virale parla di un presunto “hangar 18” dove sarebbero conservati velivoli alieni perfettamente funzionanti. Alcuni sostenitori di queste teorie sono convinti che il governo abbia stipulato accordi segreti con civiltà extraterrestri, scambiando tecnologia avanzata in cambio di… beh, qui le versioni si dividono. Alcuni dicono in cambio di silenzio sugli avvistamenti, altri parlano addirittura di esperimenti genetici o di prelievi di esseri umani.
La versione più estrema che ha circolato sui forum e sui social media sostiene che nell’Area 51 ci siano alieni vivi, tenuti prigionieri o addirittura collaboratori volontari che lavorano fianco a fianco con scienziati umani. Questa teoria ha generato migliaia di “testimonianze” online di presunti ex dipendenti della base, anche se nessuna è mai stata verificata in modo credibile.
Bob Lazar: il whistleblower che ha dato il via a tutto
Non si può parlare delle leggende dell’Area 51 senza menzionare Bob Lazar, probabilmente l’uomo che più di tutti ha alimentato il mito. Nel 1989, Lazar ha rilasciato un’intervista televisiva sostenendo di aver lavorato in una sezione dell’Area 51 chiamata S-4, dove avrebbe studiato nove dischi volanti di origine extraterrestre.

Secondo il suo racconto, questi veicoli utilizzavano un elemento chimico super pesante chiamato “elemento 115” come fonte di propulsione, creando un proprio campo gravitazionale. All’epoca, l’elemento 115 non era ancora stato sintetizzato (lo è stato nel 2003, anche se le sue proprietà non corrispondono affatto a quelle descritte da Lazar), e questo ha dato ai suoi sostenitori un argomento in più: “Come poteva saperlo se non l’aveva visto davvero?”
La storia di Lazar è diventata virale ancora prima che esistessero i social media come li conosciamo oggi, e con l’avvento di Internet ha raggiunto una diffusione planetaria. Nel 2018, Netflix ha persino prodotto un documentario su di lui intitolato “Bob Lazar: Area 51 & Flying Saucers”, che ha riacceso l’interesse mondiale sulla vicenda.
Il problema? Molti elementi della sua storia sono stati smentiti. Le università dove sostiene di essersi laureato non hanno alcuna traccia di lui nei loro archivi, e diversi esperti hanno sottolineato numerose incongruenze tecniche e scientifiche nelle sue affermazioni. Ma sai come funziona Internet: una volta che una storia affascinante diventa virale, la verità passa in secondo piano rispetto all’intrattenimento.
I meme che hanno conquistato il web
Se c’è una cosa che Internet sa fare bene, è trasformare qualsiasi argomento in meme. E l’Area 51 è stata una miniera d’oro in questo senso. Durante il periodo dello “Storm Area 51”, i social media sono stati letteralmente invasi da contenuti esilaranti.
Ricordi i meme sulla “corsa Naruto”? Migliaia di video di persone che correvano con le braccia tese all’indietro, convinte (ironicamente) che questa fosse la chiave per superare le difese militari. C’erano poi le immagini degli alieni che facevano le valigie, preparandosi a scappare prima dell’arrivo della “folla”, o quelle che li ritraevano mentre ordinavano pizza per dare il benvenuto ai loro “liberatori”.

Un filone particolarmente popolare era quello dei “miei alieni personali”: meme in cui le persone scherzavano su quale alieno avrebbero voluto salvare dall’Area 51, spesso accompagnati da immagini di personaggi della cultura pop come E.T., Paul (l’alieno dell’omonimo film), o creature completamente inventate.
Non sono mancati i riferimenti ai videogiochi, con meme che parodiavano Fortnite, Call of Duty e altri titoli famosi, immaginando l’assalto all’Area 51 come una missione impossibile in stile battle royale. Persino le aziende hanno cavalcato l’onda: brand come Bud Light, Arby’s e persino il Los Angeles Convention Center hanno pubblicato tweet scherzosi sull’evento, dimostrando come questo fenomeno avesse davvero conquistato l’immaginario collettivo.
Le bufale più assurde che hanno fatto il giro del web
Oltre ai meme divertenti, Internet ha anche prodotto e diffuso alcune bufale clamorose sull’Area 51. Una delle più persistenti riguarda le presunte “foto dall’interno della base” che periodicamente circolano online. Queste immagini, spacciate per scatti rubati da ex dipendenti o infiltrati, mostrano di tutto: da hangar giganteschi con dischi volanti a laboratori pieni di tecnologia futuristica. Naturalmente, quasi tutte si sono rivelate essere scene di film di fantascienza, rendering 3D o fotomontaggi più o meno ben fatti.

Un’altra bufala ricorrente sono i video di presunti UFO che entrano o escono dalla base. Questi filmati, spesso sfocati e ripresi da grande distanza, vengono regolarmente smentiti come aerei militari convenzionali, droni o, in alcuni casi, semplici montature create con software di editing video.
Particolarmente divertente è stata la teoria secondo cui l’Area 51 ospiterebbe un portale dimensionale o una “stargate” funzionante, ispirata all’omonima serie TV. Secondo questa narrativa, il governo utilizzerebbe tecnologia aliena per viaggiare istantaneamente verso altri pianeti o dimensioni parallele. Non c’è letteralmente nessuna prova a supporto di questa teoria, ma su YouTube puoi trovare centinaia di video che la analizzano con serietà quasi accademica.
C’è poi la teoria del “viaggio nel tempo”, secondo cui nell’Area 51 si condurrebbero esperimenti temporali. Alcuni sostengono che la base sia collegata al famigerato Philadelphia Experiment (un altro mito metropolitano degli anni ’40) e che scienziati governativi abbiano finalmente perfezionato la tecnologia per manipolare il tessuto spazio-temporale. Ovviamente, la fisica moderna ti direbbe che questo è pura fantascienza, ma prova a dirlo ai milioni di visualizzazioni che questi video accumulano.
La psicologia dietro l’ossessione virale
Ti sei mai chiesto perché queste storie hanno così tanto successo online? La risposta è affascinante e dice molto su come funziona la nostra mente nell’era digitale.

Prima di tutto, c’è il fascino del proibito. L’Area 51 è reale, esiste davvero, e il governo ammette che lì si svolgono attività classificate. Questo mix di realtà e mistero crea il terreno perfetto per la speculazione. È come quando da bambino ti dicevano di non aprire quella porta: la voglia di scoprire cosa c’è dietro diventa irresistibile.
In secondo luogo, viviamo in un’epoca di sfiducia istituzionale. Molte persone credono che i governi nascondano informazioni importanti ai cittadini, e l’Area 51 rappresenta la prova tangibile di questa segretezza. Non importa che il motivo reale sia la sicurezza nazionale e lo sviluppo di tecnologie militari avanzate: l’immaginazione riempie i vuoti con spiegazioni molto più eccitanti.
C’è anche l’aspetto della community digitale. Credere in queste teorie, o anche solo scherzarci su, ti fa sentire parte di qualcosa di più grande. I gruppi Facebook dedicati all’Area 51, i forum, i subreddit e gli account TikTok creano vere e proprie comunità dove condividere meme, teorie e “prove”. È un modo per sentirsi connessi con altri che condividono la tua curiosità o il tuo senso dell’umorismo.
L’impatto culturale duraturo
Quello che rende davvero interessante il fenomeno Area 51 è come sia riuscito a permeare ogni aspetto della cultura popolare. Film come “Independence Day” hanno utilizzato la base come elemento centrale della trama. Serie TV come “X-Files” l’hanno resa sinonimo di cospirazioni governative. Videogiochi da “Destroy All Humans!” a “Grand Theft Auto: San Andreas” l’hanno ricreata nei loro mondi virtuali.

Anche la musica ha abbracciato il tema: rapper come Lil Uzi Vert hanno fatto riferimenti all’Area 51 nei loro testi, mentre festival musicali e rave hanno usato l’estetica aliena e fantascientifica ispirata alla base. L’evento “Alienstock” del 2019 ha dimostrato che c’è un vero mercato per esperienze culturali legate a questo mito.
Dal punto di vista economico, le città vicine all’Area 51 come Rachel (popolazione: circa 50 abitanti) hanno trasformato la loro vicinanza alla base in un’attrazione turistica. Il “Little A’Le’Inn” (pronuncia: “Little Alien”), un ristorante-motel a Rachel, vende merchandise a tema UFO e ospita visitatori da tutto il mondo che sperano di avvistare qualcosa di insolito nel cielo notturno del Nevada.
La verità noiosa (ma vera) sull’Area 51
Alla fine, la realtà documentata sull’Area 51 è molto meno emozionante delle teorie virali. La base è effettivamente un sito di test per aerei militari sperimentali e nuove tecnologie di difesa. È lì che sono stati sviluppati alcuni degli aerei più avanzati della storia dell’aviazione, dall’U-2 al B-2 Spirit.
Nel 2013, la CIA ha ufficialmente riconosciuto l’esistenza della base in documenti declassificati, confermando che era stata usata per testare aerei spia durante la Guerra Fredda. Molti avvistamenti UFO degli anni ’50 e ’60 erano semplicemente questi prototipi segreti visti da civili che non sapevano cosa stavano guardando.
La segretezza estrema non è dovuta alla presenza di alieni, ma al fatto che anche oggi la base continua a sviluppare tecnologie che potrebbero dare agli Stati Uniti un vantaggio militare strategico. È lo stesso motivo per cui esistono zone militari riservate in ogni Paese del mondo.

Ma ammettiamolo: questa spiegazione razionale è molto meno divertente di immaginare hangar pieni di dischi volanti e scienziati che collaborano con extraterrestri dalla testa grande e gli occhi neri. Ed è proprio qui che Internet ha fatto la sua magia, trasformando una prosaica base militare in un simbolo globale di mistero, complotto e, soprattutto, intrattenimento collettivo.
Che tu creda o meno alle teorie sugli alieni, non si può negare che l’Area 51 abbia conquistato un posto speciale nell’immaginario digitale del XXI secolo. E finché rimarrà segreta e inaccessibile, continuerà a generare meme, teorie e leggende che intratterranno milioni di persone online. Dopotutto, in un mondo dove tutto è accessibile con un click, un po’ di mistero genuino è merce rara e preziosa.