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I criptoterrestri: siamo davvero soli sulla Terra?

criptoterrestri

Quando la scienza incontra l’impossibile: l’incredibile teoria che sta rivoluzionando il nostro modo di pensare agli alieni

Vi siete mai fermati a guardare il cielo notturno e vi siete chiesti se là fuori, tra le stelle, ci fosse qualcun altro? Beh, preparatevi a rivedere completamente questa domanda. E se gli alieni non fossero “là fuori” ma proprio qui, accanto a noi, sotto i nostri piedi o nelle profondità degli oceani che pensiamo di conoscere?

Sembra fantascienza, vero? Eppure, tre ricercatori di prestigiose università americane – Harvard e Montana Technological University, per la precisione – hanno pubblicato uno studio che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui pensiamo alla vita extraterrestre. Tim Lomas, Brendan Case e Michael Paul Masters non sono dei visionari o degli scrittori di fantascienza: sono scienziati seri che hanno deciso di affrontare uno dei tabù più grandi della comunità scientifica.

La teoria che nessuno voleva sentire

Immaginate di essere uno di questi ricercatori. Avete passato anni della vostra vita studiando, avete una reputazione da mantenere, colleghi che vi rispettano. E poi vi ritrovate a dover dire: “Ragazzi, e se gli alieni fossero sempre stati qui, solo che non li abbiamo mai visti perché non sappiamo come cercarli?”

Harvard

È esattamente quello che hanno fatto Lomas e i suoi colleghi e ammettiamolo: ci vuole un bel coraggio. Lo sanno bene che la loro teoria dei “criptoterrestri” – questo il nome che hanno dato a questi presunti abitanti nascosti della Terra – farà alzare più di un sopracciglio nella comunità scientifica. Ma hanno deciso di andare avanti ugualmente, convinti che alcune domande vadano poste, anche se scomode.

Oltre gli UFO: una terza possibilità

Fino a oggi, quando qualcuno avvistava qualcosa di strano nel cielo – chiamiamoli UFO, UAP (fenomeni anomali non identificati) o come preferite – avevamo sostanzialmente due spiegazioni: o si trattava di tecnologia umana molto avanzata (magari militare e segreta), oppure erano visitatori dallo spazio.

Ma Lomas e i suoi colleghi ci propongono una terza via e vi avvertiamo: è quella che fa più pensare. E se questi “qualcosa di strano” fossero guidati da esseri che sulla Terra ci vivono già da tempo immemorabile? Non visitatori, ma coinquilini. Coinquilini molto, molto discreti.

Pensate a quanto poco conosciamo davvero del nostro pianeta. Sì, avete capito bene: del NOSTRO pianeta. Abbiamo mappato ogni angolo della superficie lunare, mandato sonde su Marte ma sappiamo meno degli abissi oceanici terrestri che della superficie di altri mondi. È paradossale, no?

Le quattro teorie che vi faranno riflettere

I ricercatori hanno identificato quattro possibili scenari per questi “criptoterrestri”, e ognuno è più affascinante (e inquietante) del precedente:

Primo scenario: I sopravvissuti dimenticati

Immaginate che migliaia o milioni di anni fa, sulla Terra, sia esistita una civiltà avanzata. Non umana, o forse proto-umana ma comunque intelligente e tecnologicamente sviluppata. Poi è successo qualcosa – un cataclisma, un cambiamento climatico drastico, chissà – e questa civiltà è praticamente scomparsa. Praticamente ma non completamente. Alcuni sono sopravvissuti, si sono nascosti, hanno aspettato. E ora, di tanto in tanto, fanno capolino per vedere cosa combinino questi nuovi arrivati che chiamiamo “esseri umani”.

Secondo scenario: l’evoluzione parallela

Questo è forse il più affascinante dal punto di vista biologico. E se sulla Terra si fossero evolute non una ma più specie intelligenti? Noi umani siamo stati così bravi a conquistare il pianeta che tendiamo a pensare di essere gli unici ad averci pensato. Ma l’evoluzione è piena di sorprese. Potrebbero esistere creature che hanno sviluppato intelligenza e tecnologia seguendo percorsi completamente diversi dai nostri e che hanno scelto di rimanere nascoste per non interferire con noi (o per non farsi scoprire da noi).

Terzo scenario: i viaggiatori del tempo

Qui entriamo nel territorio della fantascienza pura ma ascoltate: se i “criptoterrestri” fossero in realtà noi? Cioè, i nostri discendenti del futuro che hanno sviluppato la tecnologia per viaggiare nel tempo e vengono a fare visita al loro passato? Spiegherebbe perché sembrino conoscere così bene il nostro mondo e perché siano così elusivi: sanno esattamente come muoversi senza alterare troppo la storia.

Quarto scenario: gli esseri sovrannaturali

Questa è la teoria più… spirituale, diciamo così. E se quello che scambiamo per alieni fossero in realtà entità di natura sovrannaturale? I ricercatori li paragonano agli “angeli terreni”, esseri che esistono in una dimensione parallela o in una forma di esistenza che la nostra scienza non riesce ancora a comprendere.

Ma dove si nasconderebbero?

Ora arriva la parte davvero interessante. Dove potrebbero vivere questi esseri senza che noi ce ne accorgiamo? La risposta è più semplice di quanto pensiate: praticamente ovunque.

Iniziamo dal sottosuolo. Sapete che la crosta terrestre ha uno spessore medio di circa 40 chilometri sui continenti? E sapete quanto in profondità siamo riusciti a scavare? Poco più di 12 chilometri, con il progetto sovietico Kola Superdeep Borehole. È come se avessimo appena grattato la superficie di una mela. Sotto i nostri piedi potrebbero esistere intere città, civiltà, ecosistemi di cui non sappiamo assolutamente nulla.

E poi ci sono gli oceani. Questo è il nostro preferito. Pensiamo di conoscere il mare perché ci andiamo in vacanza e guardiamo documentari sui delfini ma la verità è che abbiamo esplorato meno del 20% degli oceani terrestri. Il restante 80% è territorio completamente inesplorato. Nelle fosse abissali, a pressioni che schiaccerebbero qualsiasi cosa in pochi secondi, potrebbero esistere forme di vita così diverse dalle nostre che non le riconosceremmo nemmeno come vita.

E non parliamo solo di pesciolini bioluminescenti. Parliamo potenzialmente di intelligenze, di tecnologie basate su principi che noi non riusciamo nemmeno a immaginare. Tecnologie che funzionano sott’acqua, che utilizzano la pressione invece che l’elettricità, che si sono evolute in ambienti così estremi da renderle praticamente invisibili ai nostri strumenti di rilevazione.

I vulcani e i laghi: nascondersi in bella vista

Ma forse il posto più geniale dove nascondersi è proprio sotto il nostro naso. I vulcani, per esempio. Noi li vediamo come luoghi di distruzione, loro potrebbero vederli come fonti di energia pulita e inesauribile. Le camere magmatiche potrebbero ospitare strutture che sfruttano il calore geotermico in modi che noi non riusciamo nemmeno a concepire.

Vulcano

E i laghi? Soprattutto quelli molto profondi e isolati. Il lago Baikal in Siberia, per fare un esempio, è profondo oltre 1600 metri e contiene il 20% di tutta l’acqua dolce del pianeta. Chi ci dice che nelle sue profondità più inesplorate non ci sia qualcosa di più interessante dei pesci?

La Luna: il vicino di casa perfetto

Ma i ricercatori non si fermano alla Terra. Anche la Luna potrebbe ospitare basi o insediamenti criptoterrestri. Pensateci: è abbastanza vicina per permettere viaggi rapidi, abbastanza lontana per garantire privacy assoluta, e noi ci siamo stati così poche volte che potremmo aver facilmente mancato segni di presenza aliena.

luna
Luna

Le foto ad alta risoluzione della superficie lunare mostrano strutture e formazioni che ancora non riusciamo a spiegare completamente. Potrebbero essere solo formazioni rocciose naturali, oppure… no, diciamo che potrebbero essere formazioni rocciose naturali. Ma fa riflettere, vero?

David Grusch e i segreti del governo

La teoria dei criptoterrestri diventa ancora più intrigante se la colleghiamo alle recenti rivelazioni di David Grusch, ex membro dell’aviazione americana e agente dei servizi segreti. Alla fine del 2023, Grusch ha fatto dichiarazioni esplosive, sostenendo che il governo americano stia nascondendo all’umanità l’esistenza di programmi di ricerca sugli alieni.

Secondo Grusch, il motivo di questa segretezza non sarebbe la paura di un’invasione aliena ma piuttosto il timore di creare panico tra la popolazione. Ma panico per cosa? Se gli alieni fossero così avanzati da poterci invadere quando vogliono, avrebbero già potuto farlo. A meno che… a meno che non siano già qui da tempo e il governo non sia già a conoscenza di questa informazione.

David Grusch
David Grusch

Immaginate di essere funzionari governativi e di scoprire che sul vostro territorio, magari sotto le vostre basi militari più segrete, vive una civiltà avanzata che vi osserva da millenni. Come gestireste un’informazione del genere? Come la comunichereste ai cittadini senza creare il caos?

I luoghi misteriosi che non riusciamo a spiegare

Il nostro pianeta è pieno di luoghi e fenomeni che continuano a sfidare le nostre spiegazioni. Prendete Yonaguni Jima, al largo del Giappone. Sotto le sue acque c’è una formazione rocciosa così geometrica e architettonica che sembra chiaramente artificiale. Gli scienziati dibattono da decenni se sia naturale o costruita, ma nessuno ha mai dato una spiegazione definitiva.

E se fosse opera dei criptoterrestri? Una struttura antica, magari un tempio o un punto di osservazione, sommersa dai cambiamenti del livello del mare? È solo speculazione, ovviamente, ma è speculazione basata su evidenze concrete: quella struttura esiste, è lì, e noi non sappiamo spiegarla.

La psicologia del nascondersi

Ma facciamo un passo indietro e riflettiamo dal punto di vista psicologico e sociologico. Se foste membri di una civiltà avanzata che vive sulla Terra da millenni, come vi comportereste con gli umani?

Probabilmente sviluppereste una strategia di osservazione discreta. Dopo tutto, gli umani hanno dimostrato di essere una specie piuttosto… instabile. Guerre continue, distruzione dell’ambiente, reazioni spesso irrazionali di fronte all’ignoto. Se foste criptoterrestri intelligenti, probabilmente decidereste che è meglio rimanere nascosti e osservare questi nuovi arrivati da una distanza di sicurezza.

Questo spiegherebbe perché gli avvistamenti UFO sono spesso fugaci e sfuggenti. Non sono viaggiatori spaziali che visitano la Terra e poi ripartono: sono residenti locali che ogni tanto escono dai loro nascondigli per dare un’occhiata a quello che combinano i vicini di casa rumorosi.

Se la teoria dei criptoterrestri fosse vera, cambierebbe completamente il nostro modo di vedere noi stessi e il nostro posto nell’universo. Non saremmo più gli unici inquilini intelligenti della Terra ma piuttosto i nuovi arrivati in un pianeta già popolato.

È un’idea umiliante e affascinante allo stesso tempo. Umiliante perché ridimensiona il nostro ego di specie dominante, affascinante perché apre possibilità di conoscenza e crescita impensabili.

Immaginate cosa potremmo imparare da una civiltà che vive sul nostro stesso pianeta da migliaia o milioni di anni. Le loro conoscenze in biologia, geologia, climatologia sarebbero inimmaginabilmente più avanzate delle nostre. Potrebbero avere soluzioni per problemi che a noi sembrano irrisolvibili: il cambiamento climatico, l’inquinamento, le malattie.

Scetticismo scientifico vs. apertura mentale

Ovviamente, la comunità scientifica ha accolto questa teoria con molto scetticismo, e francamente è comprensibile. La scienza si basa su evidenze concrete, prove verificabili, esperimenti riproducibili. La teoria dei criptoterrestri, per quanto affascinante, è ancora largamente speculativa.

Ma ecco il punto: Lomas, Case e Masters non stanno dicendo “è sicuramente così”. Stanno dicendo “forse dovremmo considerare anche questa possibilità”. E in fondo, non è proprio questo lo spirito scientifico? Essere aperti a tutte le possibilità, anche quelle che ci sembrano improbabili?

La storia della scienza è piena di teorie che inizialmente sembravano assurde e che poi si sono rivelate fondamentali. L’idea che la Terra girasse intorno al Sole, che i continenti si spostassero, che il tempo fosse relativo: tutte teorie che inizialmente furono accolte con scetticismo o addirittura derisione.

Quindi, cosa facciamo ora con queste informazioni? Come cambia la nostra vita quotidiana sapere che forse, sotto i nostri piedi o negli abissi degli oceani, vivono civiltà avanzate?

In un certo senso, non cambia nulla. Continuiamo ad andare al lavoro, a preoccuparci delle bollette, a fare i genitori, ad amare, a sognare. Ma in un altro senso, cambia tutto. Cambia il modo in cui guardiamo il mondo intorno a noi, la curiosità con cui esploriamo, l’umiltà con cui affrontiamo l’ignoto.

La prossima volta che camminate in un bosco, che guardate l’oceano, che osservate le stelle, ricordatevi che forse non siete soli come pensavate. Forse ci sono occhi antichi che vi osservano, intelligenze che da millenni studiano la vostra specie, civiltà che aspettano il momento giusto per fare il primo passo.

È una prospettiva che fa paura? Un po’ sì. Ma è anche incredibilmente emozionante. Siamo potenzialmente alla soglia di una delle scoperte più importanti nella storia dell’umanità: scoprire che non siamo soli, e che non lo siamo mai stati.

E voi, cosa ne pensate? Siete pronti ad accettare l’idea che la Terra possa essere condivisa? O preferite continuare a pensare che siamo gli unici padroni di questo piccolo pianeta blu che gira intorno a una stella qualsiasi, in un angolo sperduto dell’universo?

Una cosa è certa: i prossimi anni potrebbero riservare sorprese che nemmeno riusciamo a immaginare. E forse, solo forse, la risposta alla domanda “Siamo soli nell’universo?” è più semplice di quanto abbiamo sempre pensato: no, non siamo soli. E non lo siamo mai stati.

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