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Le teorie del complotto dietro Stranger Things: quando la realtà supera la fantasia

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Dall’esperimento di Philadelphia al progetto MK Ultra: la vera storia degli esperimenti governativi che hanno ispirato la serie Netflix più amata degli ultimi anni, parliamo di Stranger Things.

Vi siete mai chiesti se dietro le avventure di Undici e dei suoi amici a Hawkins ci fosse qualcosa di più di una semplice fantasia? La verità è che i fratelli Duffer, creatori di Stranger Things, hanno costruito la loro serie attingendo a storie che per decenni hanno tenuto svegli molti americani la notte. Storie che oscillano tra fatti realmente accaduti e leggende che sembrano uscite da un romanzo di fantascienza ma che affondano le radici in paure molto concrete e traumi storici reali.

Quando Netflix ha lanciato la prima stagione nel 2016, in pochi immaginavano che quella piccola cittadina dell’Indiana sarebbe diventata il palcoscenico di una delle serie più amate al mondo. Eppure, dietro il Sottosopra, i poteri telecinetici e i mostri terrificanti, si nascondono tre storie che hanno segnato profondamente l’immaginario collettivo americano: l’esperimento di Philadelphia, il progetto Montauk e il famigerato MK Ultra. Ma quanto c’è di vero in queste narrazioni? E come hanno trasformato la paura in una delle serie televisive più avvincenti del nostro tempo?

L’esperimento di Philadelphia: quando i marinai attraversavano i muri

Immaginate di essere un marinaio della Marina americana nel 1943. La Seconda Guerra Mondiale infuria su tutti i fronti, la tecnologia avanza a passi da gigante spinta dalla necessità bellica e voi vi trovate improvvisamente coinvolti in un esperimento che cambierà per sempre la vostra vita – se sopravvivrete per raccontarlo.

È il 28 ottobre 1943, siete a bordo dell’USS Eldridge nel porto di Philadelphia. Gli scienziati in camice bianco parlano di rendervi invisibili ai nemici, una sorta di mantello dell’invisibilità per la vostra nave che potrebbe cambiare le sorti del conflitto. L’idea sembra fantascientifica ma in tempo di guerra ogni possibilità viene esplorata, non importa quanto bizzarra possa sembrare.

Cacciatorpediniere USS Eldridge

Quello che succede dopo, secondo chi crede fermamente a questa storia, va ben oltre ogni immaginazione umana. La nave non solo diventa invisibile ai radar e alla vista ma letteralmente scompare dalla realtà stessa, per poi riapparire istantaneamente nel porto di Norfolk, in Virginia, centinaia di chilometri più a sud. Un teletrasporto che lascia l’equipaggio in condizioni terrificanti e inspiegabili.

Alcuni marinai si ritrovano letteralmente fusi con il metallo della nave, i loro corpi diventati parte della struttura stessa dell’imbarcazione. Altri camminano attraverso i muri come fantasmi, incapaci di controllare la propria materialità. Molti sviluppano disturbi mentali devastanti, tormentati da visioni di dimensioni alternative e da ricordi frammentati di esperienze impossibili da descrivere.

Le testimonianze, sempre secondo i sostenitori di questa teoria, raccontano di uomini che improvvisamente si accendevano come torce umane durante le ore dei pasti, di corpi semi-trasparenti che vagavano per i corridoi della nave senza meta, di marinai che si materializzavano dentro i muri della nave, intrappolati per sempre nel metallo freddo. Un incubo vivente che fa impallidire anche i peggiori orrori del Sottosopra immaginato dai fratelli Duffer.

Ma cosa c’è di vero in tutto questo? La realtà, come spesso accade, è molto più prosaica ma non meno interessante. La Marina americana utilizzava effettivamente una tecnica chiamata “degaussing” – demagnetizzazione – per proteggere le proprie navi dalle mine magnetiche tedesche. Cavi elettrici venivano installati strategicamente intorno allo scafo per neutralizzare il campo magnetico naturale dell’imbarcazione, rendendola invisibile ai sensori magnetici delle mine nemiche.

Un procedimento del tutto normale, scientificamente documentato e ancora oggi utilizzato, che però non aveva assolutamente nulla a che fare con l’invisibilità ottica o i viaggi nel tempo. Eppure, questa storia ha continuato a vivere e prosperare nell’immaginario collettivo americano, alimentando i sogni e gli incubi di generazioni di persone affascinate dai misteri del governo e della scienza militare.

Il progetto Montauk: il laboratorio degli orrori che ha ispirato Hawkins

Se l’esperimento di Philadelphia ha gettato le basi mitologiche, il progetto Montauk ha costruito l’edificio narrativo completo che i fratelli Duffer hanno poi trasformato nell’Hawkins National Laboratory. Secondo questa teoria, sviluppatasi negli anni ’70 e ’80 in piena paranoia post-Watergate, i sopravvissuti dell’esperimento di Philadelphia non si erano arresi alle prime difficoltà. Anzi, avevano trovato una nuova casa segreta a Camp Hero, una base militare abbandonata situata a Montauk Point, sulla punta orientale di Long Island.

camp hero stranger things
Camp Hero

Qui la storia diventa ancora più inquietante e personale. Non si parla più solo di navi invisibili e viaggi nel tempo, ma di bambini innocenti strappati alle loro famiglie per essere sottoposti a esperimenti raccapriccianti. Ragazzini e adolescenti selezionati per le loro presunte capacità psichiche naturali, rinchiusi in laboratori sotterranei sterili dove scienziati senza scrupoli cercavano di potenziare e controllare i loro poteri soprannaturali.

Vi suona familiare questa descrizione? È esattamente quello che accade a Undici e agli altri “numeri” nell’Hawkins National Laboratory della serie Netflix. Una bambina con straordinari poteri telecinetici, cresciuta in cattività totale, sottoposta a esperimenti dolorosi e traumatici che la trasformano gradualmente in un’arma vivente al servizio del governo. La somiglianza tra la finzione televisiva e la leggenda urbana di Montauk non è affatto casuale: i fratelli Duffer si sono ispirati direttamente a queste narrazioni per creare il personaggio più iconico e toccante della loro serie.

Ma c’è di più nella teoria di Montauk. Secondo i suoi sostenitori più convinti, gli esperimenti condotti nella base non si limitavano al semplice controllo mentale o al potenziamento delle capacità psichiche. I ricercatori avrebbero utilizzato potenti radar militari e tecnologie derivate dall’esperimento di Philadelphia per aprire veri e propri portali stabili verso dimensioni parallele, permettendo a creature mostruose e ostili di infiltrarsi nel nostro mondo pacifico.

Il Demogorgone con le sue fauci terrificanti, il Mind Flayer con i suoi tentacoli psichici invasivi, tutte le creature terrificanti che popolano il Sottosopra nella serie trovano le loro radici narrative dirette in queste descrizioni di mostri interdimensionali che sarebbero emersi dai portali di Montauk.

La realtà storica è che la storia del progetto Montauk nasce interamente dalla fertile fantasia di due autori, Preston B. Nichols e Peter Moon, che negli anni ’90 pubblicarono una serie di romanzi di fantascienza spacciandoli abilmente per resoconti autobiografici di fatti realmente accaduti. Camp Hero esisteva effettivamente e la sua atmosfera genuinamente sinistra, con strutture militari abbandonate e una storia di segretezza governativa, ha fornito il terreno psicologico perfetto per far attecchire e crescere questa affascinante leggenda urbana.

MK Ultra: quando l’orrore supera ogni fantasia

Se l’esperimento di Philadelphia e il progetto Montauk appartengono decisamente al regno delle fantasie e delle leggende urbane, MK Ultra rappresenta invece una pagina drammaticamente buia e completamente reale della storia americana del Novecento. Qui non parliamo più di teorie del complotto prive di fondamento, ma di fatti storici rigorosamente documentati, di vittime reali con nomi e cognomi, di una sofferenza concreta che ha segnato indelebilmente le vite di migliaia di persone innocenti.

Immaginate di essere ricoverati in ospedale. Vi fidate completamente dei medici, credete sinceramente che vi stiano somministrando le cure migliori disponibili. Invece, senza che voi ne abbiate la benché minima consapevolezza, siete appena diventati cavie umane inconsapevoli in uno dei programmi di sperimentazione più terrificanti e disumani mai concepiti dalla CIA durante gli anni più bui della Guerra Fredda.

Segreti CIA

Dal 1953 al 1973, per vent’anni interi, l’agenzia di intelligence americana ha condotto esperimenti sistematici e metodici su cittadini completamente ignari, utilizzando LSD somministrato senza consenso, elettroshock a intensità potenzialmente letali, privazione sensoriale prolungata per settimane, e una gamma terrificante di altre tecniche di tortura psicologica. L’obiettivo dichiarato era ambizioso quanto disumano: raggiungere il controllo totale e assoluto della mente umana.

Gli scienziati di MK Ultra volevano cancellare completamente la memoria e la personalità di un individuo, creare assassini programmati che non avrebbero mai ricordato le loro azioni criminali, produrre un siero della verità completamente infallibile e in generale ottenere la capacità di controllare qualsiasi essere umano come una marionetta.

Le vittime prescelte erano quasi sempre i membri più vulnerabili e indifesi della società: pazienti psichiatrici rinchiusi in ospedali dove nessuno avrebbe creduto alle loro testimonianze, prigionieri senza diritti legali, tossicodipendenti considerati scarti umani dalla società. E, in alcuni dei capitoli più agghiaccianti di questa storia, anche bambini innocenti selezionati per presunte capacità psichiche naturali, esattamente come Undici e gli altri “numeri” nella serie Netflix.

Il dottor Ewen Cameron, psichiatra internazionalmente rispettato che aveva persino partecipato ai processi di Norimberga contro i criminali nazisti, dirigeva esperimenti all’Allan Memorial Institute di Montreal che superavano in crudeltà molte delle atrocità naziste che lui stesso aveva contribuito a giudicare. I suoi pazienti venivano tenuti in coma farmacologico per settimane consecutive, mentre lui tentava sistematicamente di “riprogrammare” le loro menti bombardandole con messaggi ripetitivi trasmessi attraverso cuffie ad alto volume.

Linda MacDonald, una giovane madre, entrò nell’Allan Memorial Institute per curare una depressione post-partum relativamente lieve. Quando finalmente uscì dalla struttura, non ricordava più di aver mai avuto figli, non riconosceva il proprio marito, aveva completamente perso 26 anni della sua vita e dovette reimparare a camminare, parlare e mangiare come un neonato. La sua famiglia fu completamente distrutta, la sua esistenza precedente cancellata per sempre in nome di una scienza perversa.

Quando guardate Undici nella vasca di privazione sensoriale, con gli elettrodi attaccati alla sua testa rasata, costretta a utilizzare i suoi poteri soprannaturali fino allo sfinimento fisico e mentale più completo, quello che vedete sullo schermo televisivo è soltanto una versione notevolmente edulcorata e addolcita di quello che è realmente accaduto a migliaia di persone reali negli ospedali psichiatrici americani e canadesi.

L’eredità culturale di una generazione tradita

Quando negli anni ’70 il Senato americano, guidato dal Church Committee, iniziò coraggiosamente a indagare sui crimini di MK Ultra, molte famiglie scoprirono improvvisamente la terribile verità su quello che era accaduto ai loro cari. La fiducia fondamentale nel governo americano fu scossa alle fondamenta più profonde, alimentando inevitabilmente la crescita esplosiva di nuove teorie del complotto in ogni settore della società.

Se il governo federale era stato capace di condurre esperimenti così estremi, illegali e disumani sui propri cittadini per decenni interi, cos’altro poteva aver fatto in completa segretezza? Questa domanda angosciante ha continuato a risuonare nella cultura americana e storie leggendarie come l’esperimento di Philadelphia e il progetto Montauk hanno trovato nuovo vigore e credibilità, nutrendosi della paranoia completamente legittima di una popolazione che aveva scoperto di essere stata sistematicamente tradita dalle proprie istituzioni.

È esattamente in questo clima di sfiducia e paranoia storica che i fratelli Duffer hanno scelto di ambientare Stranger Things: gli anni ’80, quando le rivelazioni scioccanti su MK Ultra erano ancora fresche e dolorose nella memoria collettiva, quando molti americani guardavano con sospetto giustificato verso qualsiasi laboratorio governativo, quando la paura di esperimenti segreti condotti su civili innocenti faceva parte integrante della vita quotidiana americana.

Il messaggio umano dietro l’orrore

Stranger Things riesce magistralmente nell’impresa di trasformare queste paure ancestrali e questi traumi storici in una storia profondamente umana di amicizia incondizionata, coraggio personale e speranza per il futuro. Undici non è soltanto una cavia da laboratorio vittima di esperimenti ma una ragazza coraggiosa che lotta disperatamente per trovare il suo posto legittimo nel mondo. Hopper non è semplicemente un poliziotto di provincia, ma un padre adottivo che cerca di proteggere e amare chi considera la sua famiglia. Joyce non è solo una madre preoccupata ma una donna determinata che sfida coraggiosamente il sistema per salvare suo figlio.

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Joyce

La serie ci ricorda costantemente che dietro ogni teoria del complotto, ogni esperimento governativo segreto, ogni abuso istituzionale del potere, ci sono sempre persone reali con storie personali autentiche e sofferenze concrete. La vera battaglia quotidiana non è contro mostri interdimensionali fantastici ma contro l’indifferenza sociale, l’arroganza istituzionale e l’abuso sistematico del potere che permettono a questi orrori di accadere e prosperare indisturbati.

Mentre aspettiamo con impazienza la quinta e ultima stagione, possiamo apprezzare profondamente come i fratelli Duffer abbiano saputo tessere magistralmente insieme fili storici completamente reali e elementi leggendari per creare una narrazione avvincente che continua a catturare l’immaginazione di milioni di spettatori in tutto il mondo, ricordandoci che la nostra umanità condivisa rimane sempre l’arma più potente contro ogni forma di oscurità.

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