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Il mistero degli UFO nella Casa Bianca di Trump: tra verità e strategia politica

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Washington, ore 22:30. I corridoi della Casa Bianca sono avvolti in un silenzio innaturale per un palazzo che normalmente non dorme mai. Ma in una stanza al secondo piano, le luci sono ancora accese. Attorno a un tavolo ovale, sei persone si confrontano su documenti che portano la dicitura “ONLY EYES” stampata in rosso sangue. Non stanno discutendo di economia, di politica estera o di riforme interne. Stanno parlando di UFO.

È una scena che potrebbe sembrare uscita da un film di fantascienza eppure, secondo fonti riservate dell’amministrazione Trump, incontri come questo si stanno moltiplicando nelle ultime settimane. Al centro di tutto c’è il Project Preserve Destiny, un programma tanto ambizioso quanto controverso che promette di rivoluzionare non solo la gestione delle informazioni sui fenomeni anomali non identificati (UAP) ma anche gli equilibri di potere tra Casa Bianca e Pentagono.

La rivoluzione silenziosa

“È la più grande riorganizzazione della struttura di sicurezza nazionale degli ultimi trent’anni”, confida sotto anonimato un alto funzionario dell’amministrazione. “Ma nessuno ne parla perché ufficialmente non esiste ancora.” Il riferimento è al trasferimento di competenze che, secondo le indiscrezioni, starebbe avvenendo proprio in questi giorni: i programmi special access (SAP) relativi ai fenomeni anomali non risponderanno più al Dipartimento della Difesa ma direttamente allo Studio Ovale.

Una decisione che ha scatenato quella che alcuni definiscono una “guerra fredda” tra i vertici militari e i consiglieri più vicini a Trump. “Il Pentagono non ci sta”, racconta una fonte del Dipartimento della Difesa. “Perdere il controllo su questi programmi significa perdere il controllo su tecnologie che potrebbero cambiare il corso della storia.”

Pentagono

Ma cosa rende il Project Preserve Destiny così diverso dai precedenti programmi di studio sui fenomeni anomali? La risposta sta nella sua struttura: sei livelli di segretezza che, secondo chi li conosce, farebbero impallidire qualunque thriller di spionaggio.

I sei cerchi dell’inferno

Il primo livello è quello pubblico, dove “ti raccontano le favole per bambini”, come lo definisce con sarcasmo una fonte che ha avuto accesso ai documenti. È il livello dei rapporti al Congresso, delle dichiarazioni ufficiali, delle immagini sfocate rilasciate dal Pentagono negli ultimi anni. Materiale pensato per soddisfare la curiosità del pubblico senza rivelare nulla di sostanziale.

Il secondo livello è quello “confidenziale”, accessibile ai membri del Congresso con appropriate autorizzazioni. Qui si trovano i primi dati tecnici reali, le analisi delle performance di oggetti che sembrano sfidare le leggi della fisica conosciuta. “È qui che cominci a capire che non stiamo parlando di palloni meteorologici o di droni cinesi”, spiega un ex funzionario della CIA.

Il terzo livello, “segreto”, è riservato ai vertici militari e ai responsabili delle agenzie di intelligence. Contiene le prime immagini davvero nitide, i dati radar completi, le testimonianze non censurate di piloti militari e controllori di volo. Ma è dal quarto livello in poi che, secondo le fonti, “le cose si fanno davvero interessanti”.

Il quarto livello, “top secret”, includerebbe prove di tecnologie non di origine terrestre, analisi di materiali con proprietà fisiche impossibili da replicare e documenti che suggeriscono contatti diretti con intelligenze non umane. “È qui che molte persone smettono di dormire la notte”, confida un veterano dell’intelligence.

Il quinto livello, “compartimentato”, è accessibile solo a una manciata di persone al mondo. Contiene, secondo le indiscrezioni, prove incontrovertibili dell’esistenza di forme di vita intelligente non terrestri, documenti su accordi segreti e tecnologie che potrebbero rivoluzionare l’energia, i trasporti e la medicina.

Ma è il sesto livello, quello che alcuni chiamano “i programmi nei programmi”, a essere il più inquietante. Talmente compartimentato che, secondo alcune fonti, nemmeno il Presidente in carica ne ha accesso automatico. “È qui che si nascondono i segreti che potrebbero cambiare la percezione dell’umanità su se stessa”, sussurra una fonte che preferisce restare completamente anonima.

L’uomo al centro della tempesta

Donald Trump non è nuovo ai misteri dell’ufologia. Durante il suo primo mandato aveva promesso di “guardare nei dossier” e di “fare rivelazioni” che non sono mai arrivate. Ma ora, secondo chi lo conosce bene, l’interesse del tycoon per il tema sarebbe diverso, più maturo e strategico.

“Trump ha capito che gli UFO non sono più un argomento per complottisti”, spiega un consigliere che partecipa regolarmente ai briefing riservati. “Sono diventati mainstream. E lui vuole essere il Presidente che finalmente dice la verità agli americani.” Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente: i sondaggi mostrano che il 68% degli americani crede che il governo nasconda informazioni sui fenomeni anomali e il 73% dei cittadini vorrebbe maggiore trasparenza.

Casa Bianca
Casa Bianca

Ma dietro la facciata pubblica, Donald Trump sarebbe genuinamente incuriosito da quello che sta scoprendo. “È come un bambino in un negozio di giocattoli”, racconta un funzionario che ha assistito a uno dei briefing. “Fa domande continue, vuole vedere tutto, toccare tutto. E quando gli spieghi che ci sono cose che nemmeno lui può vedere, si arrabbia.”

È questa frustrazione, secondo molti, ad aver spinto Trump a decidere per il trasferimento di competenze. “Vuole il controllo totale”, spiega una fonte del Pentagono. “Non sopporta l’idea che ci siano segreti che gli vengono nascosti.”

La battaglia per il controllo

Ma la decisione di centralizzare tutto alla Casa Bianca non è stata presa a cuor leggero. Secondo le ricostruzioni, nelle ultime settimane si sono succedute riunioni drammatiche tra i vertici militari e i consiglieri presidenziali.

“Il Pentagono ha fatto resistenza fin dall’inizio”, racconta un partecipante a uno di questi incontri super secretati. “Il loro argomento è che spostare programmi così sensibili alla Casa Bianca significa esporli a maggiori rischi di fuga di notizie. E hanno assolutamente ragione.”

La Casa Bianca, infatti, è notoriamente più permeabile alle indiscrezioni rispetto ai bunker del Pentagono. “Qui dentro è impossibile mantenere un segreto per più di ventiquattro ore”, ammette un funzionario dell’amministrazione. “Ma il Presidente Trump pensa che sia un prezzo accettabile da pagare per avere il controllo.”

Il vero scontro, però, si sta consumando sui “programmi nei programmi”, quelli del sesto livello di segretezza. Secondo alcune fonti, esisterebbero strutture operative che funzionano in totale autonomia, finanziate attraverso budget neri e progetti fantasma, che nemmeno il Pentagono controlla completamente.

“È come una matrioska”, spiega un ex funzionario della NSA (National Security Agency). “Ogni livello nasconde altri livelli. E più scavi, più ti rendi conto che nessuno ha il quadro completo della situazione.”

I custodi dei segreti

Chi sono le persone che hanno accesso ai livelli più alti di segretezza? Secondo le indiscrezioni, si tratta di una cerchia ristretta di scienziati, militari e funzionari dell’intelligence che spesso operano sotto copertura, con identità multiple e vite compartimentate.

“Sono persone che hanno dedicato la vita a custodire segreti”, racconta un ex agente della CIA. “Molti di loro non hanno mai parlato con nessuno di quello che sanno, nemmeno con le mogli o i figli. È un peso che, a lungo andare, può logorare chi è costretto a portarlo dentro di sé senza poter proferire parola a riguardo.”

Sede della Cia

Alcuni di questi “custodi” avrebbero accolto favorevolmente la decisione di Trump di centralizzare tutto alla Casa Bianca. “Finalmente qualcuno che ha il coraggio di affrontare la verità”, avrebbe detto uno di loro durante un briefing riservato. Ma altri sono preoccupati: “Decades of careful compartmentalization could be destroyed in months” (Decenni di attenta compartimentazione potrebbero essere distrutti in pochi mesi) ha confidato un veterano dell’intelligence.

La tecnologia che cambia tutto

Ma cosa si nasconde realmente dietro il Project Preserve Destiny? Secondo le fonti più attendibili, non si tratta solo di “luci nel cielo” o di “oggetti volanti non identificati”. Si tratta di tecnologie concrete, misurabili, studiabili.

“Stiamo parlando di propulsione antigravitazionale, di materiali che cambiano le loro proprietà fisiche a comando, di sistemi di comunicazione che funzionano al di là dello spazio-tempo”, elenca un fisico che ha lavorato sui programmi classificati. “È roba che potrebbe rendere obsolete tutte le nostre tecnologie attuali.”

Tra i documenti del Project Preserve Destiny ci sarebbero analisi dettagliate di materiali recuperati da incidenti di UFO, prototipi di veicoli basati su tecnologie non terrestri, e persino trascrizioni di comunicazioni con intelligenze non umane.

“Il problema non è se questa tecnologia esiste”, spiega un ingegnere aerospaziale che ha lavorato per contractor della Difesa. “Il problema è come gestirla. Rilasciare tutto improvvisamente potrebbe causare il collasso dell’economia globale.”

I rischi della rivelazione

È questo il dilemma che tiene svegli i responsabili del Project Preserve Destiny. Come rivelare l’esistenza di tecnologie rivoluzionarie senza causare il panico? Come ammettere che siamo stati visitati da intelligenze non terrestri senza scatenare crisi religiose, economiche e sociali?

“È la domanda da un trilione di dollari”, commenta un sociologo che ha studiato l’impatto della disclosure UFO. “La verità potrebbe essere più devastante delle bugie che abbiamo raccontato finora.”

Secondo alcune simulazioni condotte da agenzie governative, una rivelazione completa potrebbe causare il crollo dei mercati finanziari, crisi di fede di massa e persino conflitti armati tra nazioni che si accuserebbero a vicenda di aver nascosto tecnologie strategiche.

“È per questo che abbiamo bisogno di una divulgazione graduale”, spiega un consulente dell’amministrazione. “Non possiamo dire tutto e subito. Dobbiamo preparare il terreno.”

La strategia della verità di Trump

Ed è qui che entra in gioco la strategia politica di Trump. Secondo i consiglieri, l’idea sarebbe quella di utilizzare il tema UFO per costruire un’immagine di Presidente “trasparente” e “coraggioso”, disposto a dire agli americani quello che i predecessori hanno tenuto nascosto.

“È geniale dal punto di vista politico”, ammette un consulente democratico. “Trump si presenta come l’uomo che finalmente dice la verità, mentre tutti gli altri presidenti vengono dipinti come bugiardi e complici dell’occultamento.”

La strategia prevedrebbe una serie di rivelazioni graduali, calibrate per massimizzare l’impatto mediatico e politico. Si inizierebbe con l’ammissione ufficiale dell’esistenza di tecnologie non terrestri, per poi passare gradualmente a rivelazioni più specifiche.

“L’obiettivo è controllare la narrativa”, spiega un esperto di comunicazione politica. “Non lasciare che siano i media o i complottisti a dettare l’agenda ma guidare il processo dall’interno.”

Il prezzo del controllo

Ma questa strategia ha un prezzo. Spostare il controllo dei programmi UFO alla Casa Bianca significa esporre decenni di segreti a un ambiente notoriamente permeabile alle fughe di notizie. E non tutti nell’amministrazione presidenziale sono d’accordo.

“Stiamo giocando con il fuoco”, confida un alto funzionario. “Questi segreti sono stati custoditi per settant’anni. Potrebbero finire sui giornali domani mattina.”

Il rischio non è solo quello delle indiscrezioni incontrollate. È anche quello di strumentalizzazioni politiche, di manipolazioni dell’opinione pubblica, di decisioni prese per motivi elettorali piuttosto che per il bene del Paese.

“Il confine tra trasparenza e propaganda è sottilissimo”, avverte un ex funzionario della CIA. “E quando si tratta di UFO, è facile scivolare dalla parte sbagliata.”

L’effetto domino

Intanto, negli altri paesi del mondo, i servizi di intelligence stanno seguendo con attenzione gli sviluppi americani. “Se Trump davvero rivela quello che sappiamo sui fenomeni anomali, saremo costretti a fare lo stesso”, confida un funzionario europeo.

È quello che gli esperti chiamano “effetto domino della disclosure”: una volta che una grande potenza inizia a rivelare i suoi segreti sugli UFO, le altre sono costrette a seguire la sua scelta per non perdere credibilità e influenza.

“Potremmo trovarci di fronte alla più grande rivoluzione nella storia dell’umanità”, prevede un ricercatore dell’Università di Stanford. “O al più grande imbroglio mai architettato.”

Tra realtà e leggenda, cosa aspettarsi

Mentre scriviamo, il Project Preserve Destiny continua a evolversi nei corridoi del potere americano. Ogni giorno si susseguono briefing riservati, incontri segreti, decisioni che potrebbero cambiare il corso della storia.

Donald Trump, al centro di questa tempesta, sembra determinato a essere ricordato come il presidente che ha finalmente detto la verità agli americani. Ma quale verità? E a che prezzo?

“A Washington, realtà e leggenda spesso si confondono”, osserva un veterano del giornalismo politico. “Con gli UFO, questa confusione raggiunge livelli estremi.”

Quello che è certo è che, nei prossimi mesi, potremmo assistere a rivelazioni che cambieranno per sempre il modo in cui vediamo il nostro posto nell’universo. O forse scopriremo che anche questa è solo l’ennesima illusione nel teatro della politica americana.

In ogni caso, una cosa è sicura: il cielo sopra Washington non è mai stato così carico di misteri. E di promesse.

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